Alle volte siamo troppo abituati a Stare Soli. E’ un bel casino, credetemi. Con il tempo si impara a ritmare ogni singolo istante della nostra giornata sui nostri bisogni, sulle nostre necessità. Si guarda agli altri, sì, ma con occhio sempre un po’ distaccato. Alla fine ci si fa caso il giusto.
E quando si arriva a non voler essere più Soli si fatica, parecchio. Dopo aver capito che il metronomo è su un altro tempo…c’è da sincronizzare!
Non è così facile trasformare due tempi in uno solo, due ritmi in uno solo, due andature in una sola. E’ un bel casino, credetemi. Si rischia di far saltare le orecchie che ascoltano quel lento andare di passi sull’asfalto. Si rischia di farle saltare letteralmente per aria. Poi i danni si contano a occhio, sulla pelle.
Forse abbiamo imparato troppo bene a Stare Soli, per troppo tempo. E ci vuole tempo per armonizzarsi sul ritmo di chi ti sta accanto. Soprattutto, ci vuole Pazienza.
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Trovare quel ritmo, trovarlo così simile al tuo che non sai più distinguere se viene dal cuore o se è qualcun'altro a permettere ai battiti di allinearsi insieme, trovarlo e non perdersi, trovarlo e non fuggire, trovarlo e crescerlo...ma se uno trova quella perfetta congiunzione di passi, di pensieri, di sentire, allora la musica che ne esce non ha confronti, non teme critiche, è la musica dell'Universo che trova dimora in quello spazio di te che è diventato infinito....
RispondiEliminasono onorata di postare il primo commento a questo nuovo blog...e molto onorata di comparire tra i link assieme a scrittori emergenti:-) anche io sono stata troppo abituata alla solitudine...c'è bisogno di aprirsi e di lasciare entrare il sole...buona strada
La solitudine è più facile da vivere, certo magari vien da piangersi un po' addosso, ma in fondo e in fine ci piace.Pensare, scrivere, poi pensare un altro po' e magari guardare un po' di stelle. Il resto è vita vera, difficile, spesso quasi pallosa, pretende di essere vissuta lei. Se lo fai in cambio ti da tanto, tutto.Tutto ciò che non trovi in te stesso. Forse vale proprio la pena di viverla tutta 'sta vita e anche di prendersi dei momenti per se, trovare un ritmo proprio, un ritmo eclettico, avvolte altalenante, un ritmo che non ci estranei dal mondo e che non ci privi della necessità introspettiva che immancabilmente avvertiamo. Chissa, forse è proprio questa la sfida da vincere, la sfida che la vita ci ha messo davanti.
RispondiEliminaspesso però si è fin troppo abiutati a non essere Mai soli che quando ci ritroviamo soli passa molto tempo prima di capire che è il modo milgiore di conoscere noi stessi. Conoscersi davvero, solamente con le proprie forse è il regalo più grande che tu puoi fare a te stesso.
RispondiEliminaE' stando Soli che si conosce noi stessi. Ma è stando con gli altri che si cresce, ci si confronta, si fanno passi avanti Assieme.
RispondiEliminaE quel bel Regalo di cui tu parli -prima o poi- va Condiviso...
PS Sarei curioso di sapere chi tu sia...
Dobbiamo conoscerci veramente bene e avere le idee molto chiare per poter condividere quel bel Regalo con gli altri.Ogni tanto prima di pensare agli altri bisogna essere un po' egoisti, solo in questo caso però.Non c'è cosa più triste di relazionarsi con gli altri e non riuscire a trasmettere niente...no?
RispondiEliminaSon d'accordo. Alle volte c'è bisogno di chiudersi un pò in sè, mangiare il proprio pane per poi ripartire con lo stomaco tranquillo. Lo faceva anche Gesù, che si ritirava sulla montagna in preghiera: era il suo modo di "mangiare il proprio pane". Ognuno alla fine ha il suo.
RispondiEliminaMi fai venire in mente un pezzo del libro di Pierluigi Ricci, Esperienze di Volo. Lui parla di TELECAMERA. A volte infatti si pensa agli altri con la telecamera rivolta verso noi stessi, verso i nostri bisogni. Si prova a fare del bene inconsci di farlo solo per noi.
Dice infatti che ci sono situazioni in cui bisogna girare la Telecamera verso noi stessi e fare qualcosa per noi. Fare qualcosa che ci faccia camminare, egoisticamente -se si vuole-.
E probabilmente è questa la via da seguire per fare Pace con noi stessi, per aprirsi poi agli altri con un sorriso nuovo, con una gioia nuovo. Chiunque sia questo Altro.
PS Se non mi vuoi dire chi sei almeno dammi un indizio...
Esatto,era quello che cercavo di far capire nel mio primo commento, ma le tue parole son di gran lunga migliori.
RispondiEliminaLa vera crescita interiore è un cammino solitario.
Analizzare i pensieri del prossimo,decidere se siamo d' accordo o pure no con un opinione, è un arricchimento che non ha modo di esistere da solo, senza una base a cui attaccarsi, un pensiero partorito solo e soltanto dalla nostra mente.
PS è più divertente così..
Son d'accordo: "la vera crescita interiore è un cammino solitario". Temo però che un Cammino solitario rischi di essere sterile se non trova una Condivisione, un Confronto, una Relazione.
RispondiEliminaAlle volte c'è bisogno di attingere all'esterno, ad un qualcosa di Altro da noi. Io -almeno- lo sento proprio come impulso profondo, come spinta all'aprirsi. Anche perchè -alla fine- che senso ha crescere, conoscere, "masticare" se non si ha con chi condividerlo?
Certo, il Primo passo è quello di girare la Telecamera verso noi stessi, verso i nostri intimi bisogni. Senza quello non si va da nessuna parte. La cosa fondamentale è la Condizione Interiore.
A volte però la condizione Giusta (non tranquilla, ma Giusta) si trova anche durante il cammino, durante l'incontro con l'altro. Forse è lì che si trova la realizzazione del nostro Essere, il completamento alla nostra inutilità. Forse è nell'Incontro che davvero si Matura, facendosi Parte e non Singolo. Forse è Dando che si Riceve, "Perdendo" che si Trova.
Certo è che ci vuole un pò di Coraggio per uscire dalla nostra bella casetta tranquilla e affrontare questo rischio.
Certo è che se il Cuore impone con stizza di starsene un pò chiuso, in disparte...E' giusto salire alla montagna e riposarsi un poco".
Come diceva -un'altra volta- Ricci però: "Quando un giorno mi presenterò di fronte a Dio, penso che non mi chiederà conto delle scelte giuste o sbagliate che ho fatto in vita, ma di quanto abbia Osato e Rischiato, di quanto abbia Scelto in realtà". E penso che -a me, in fondo vile- abbia qualcosa da dire.
PS I giochini son bellini,
perchè quando si fanno siam piccini.
Orsù, dunque mio Anonimo lettore
fammi capir che persona c'è dietro il commentatore! (Un Aggettivo...)
"La cosa fondamentale è la Condizione Interiore."
RispondiEliminaHai pienamente ragione, è per questo che troviamo così difficile Osare, Rischiare, perchè in fondo non ci sentiamo nella condizione Giusta, non ci sentiamo Pieni.
Pieni di noi, di noi stessi dico. E' mai esistito un uomo che ha potuto definirsi Pieno, Completo..?
Se l' avesse affermato, avrebbe avuto come risposta "Egoista". No, affatto.
A quel punto, l' uomo Pieno, uscendo dalla sua casetta tranquilla, senza timore, avrebbe tanto da donare agli altri. Lui, che ha sempre tenuto la Telecamera puntata su se stesso, questa volta la punterebbe verso il Mondo..
PS I giochini son bellini..
E' essenziale sentirsi in Pace con sè, Sereni (anche se non tranquilli). Penso sia però difficile arrivare a sentirsi Pieni: siamo continuamente in cammino, mai fermi. Ci sarà sempre un qualcosa in più da cercare, un pezzetto di terra da conquistare, da coltivare.
RispondiEliminaAspettando di sentirsi Pieni per poi Dare si rischia di Aspettare tutta la vita una condizione che -forse- non si raggiunge mai.
Credo -come sempre- che l'eccesso sia deleterio: troppa Telecamera verso di noi, o troppa verso gli altri. Occorre bilanciare le due Azioni, sintonizzandosi bene sulle frequenze del nostro cuore, sui suoi bisogni. Capire quando c'è da dedicare del tempo a noi stessi, o quando stando con gli altri si cresce noi stessi. Provare a cercare Un Po' di Pienezza nel Confronto con gli altri.
I Cocktail possono essere Squisitezze oppure dannate schifezze: tutto ruota intorno alla giusta misura degli ingredienti. Basta una goccia in meno e tutto salta. Ed è un gran bel casino, son d'accordo.
Probabilmente non è Aspettando la manna dal cielo che il Pieno arriverà. Credo sia Vivendo che si Assapora se quel Cocktail è troppo Dolce o troppo Secco per il nostro palato. Ma il cocktail va bevuto, rischiando di Ubriacarsi e rischiando di Vomitare. Ma Rischiando. Grande difficoltà della vita, che a me spesso non riesce.
E –nel frattempo- cercare noi stessi, andarvi alla ricerca. Cercare ciò che ci fa saltare il cuore o ciò che ci fa semplicemente sorridere, sia un bambino appena nato o un fiore che sboccia. La nostra Pienezza si trova ogni giorno nella nostra vita e nella vita con gli altri. Non penso che facendone una “scorta” si possa poi decidere che “Ora giro la telecamera, con me ho chiuso”. Penso che –ogni giorno- ci sia bisogno di voltare continuamente la telecamera. Certo, è fatica perché è un apparecchio pesante e di difficile utilizzo: non ci sono però molte alternative…
Se però –oggi- c’è bisogno di girare la Telecamera verso di noi, per effettivo bisogno…beh, è giusto fare un po’ gli Eremiti e coccolarsi un po’ il proprio fragile cuoricino! Il resto del mondo in culo, si arrangerà. E non è cosa da Egoisti. Affatto. Non credo che siamo Egoisti quando ci lecchiamo le ferite, o ci proteggiamo, o cerchiamo una qualche medicina per il raffreddore. Siamo Persone in quel momento, e Persone Doloranti. Il casino è capire quale sia la nostra Medicina, ma nessuno –purtroppo o per fortuna- ce la può prescrivere. I Dolori –per quanto condivisibili- li sentiamo solo noi…
PS Non ne conosco molte di persone a cui piace Giocare...Sei un pezzo raro allora…Motivo in più per Scoprire chi tu sia..
Ho ben poco altro da aggiungere, hai centrato veramente in pieno il concetto.Complimenti Davvero..
RispondiEliminaIo però ancora il Cockatail perfetto non l' ho trovato, sinceramente ne sento parlare, ma mi sembra un concetto così utopico, almeno quanto l' uomo Pieno, O forse ancora di più.
E dallo stare soli, possono uscire Regali da condividere o Dolori, che solo la tua anima sente, le ferite sono solo tue.
uando riesci a comprendere il Tuo Dolore, non quello degli altri, ma sentire il tuo, sentirlo pulsare dentro di te è una delle sensazioni più forti e più belle della vita. E non ce n'è da fare un dramma del fatto che tu non capisca quelle degli atri, ogniuno ha le sue, ogninuno ha il suo cuoricino che piange e tutti se Mai troveranno la cura, la troveranno da Soli.
PS non credo di essere un pezzo raro solo una persona a cui piace scambiare opinioni con gente interessante che ha qualcosa da dire..
Allora -prima di andartene- lasciami una Mollichina di te, affinchè Io, Pollicino, possa provare a comprendere chi tu sia(O confermare una semplice ipotesi...).
RispondiEliminaMi sembra quasi doveroso dopo tutto questo bello Scambio...non credi? =)
E reprimere così la mia voglia di Giocare..?
RispondiEliminaMa l' hai detto anche tu, Pollicino, che è qualcosa di raro..
E poi il nostro Scambio finirebbe qui, e invece mi piacerebbe continuare a scriverti ciò che penso nell' anonimato,e lasciare a te tutte le tue ipotesi..
Non è mica detto che lo Scambio finirebbe qui..E poi sarebbe ganzo sapere che faccia c'è dietro quei tasti...
RispondiEliminaMa soprattutto lo ritengo un Giochino impari, visto che te sai tutto di me ed io niente di te...(Scorretto/a...)
E visto che ti piace Giocare, perchè non fai un Giochino per farmi indovinare, invece che rivelarmi la tua misteriosa identità?
mmm..il Giochino si fa alquanto pericoloso..
RispondiEliminasono una ragazza a cui piace Giocare ma ho sempre il timore di Rischiare troppo..
Ops..avevi capito che ero Donna? =)
Avevo intuito che eri Donna. Lo avevo intuito dalle parole, dalla complessità dei discorsi ma anche dal tono: non è un tono da maschio, tantomeno lo stile.
RispondiEliminaDunque adesso il cerchio si stringe...Soprattutto dopo l'Indizio le ipotesi non sono poi così tante.
Con il Secondo Indizio penso di poter indovinare...
Io penso purtroppo che tu abbia già indovinato non è vero..?
RispondiEliminaDisdetta..era divertente questo Giochino..=)
Non si può sapere se ho indovinato finchè non do la risposta....E non darò la risposta finchè non avrò il Secondo indizio..........
RispondiEliminaAllora,fammi pensare..
RispondiEliminaTu hai detto che I giochini son bellini,
perchè quando si fanno siam piccini..
Beh forse a me piace giocare perchè sono....?
PS Ma la devi dare per forza la risposta? Non puoi darmi almeno l' illusione che tu non abbia capito chi sono? =)
Mmm...No no, voglio Sapere chi è quest'Anonimo che viaggia nel mio blog e posta 10 commenti...
RispondiEliminaTi faccio una domanda io adesso: preferisci i Muri o i Ponti?
Decisamente i Ponti..che domanda strana, il Motivo?
RispondiEliminaUn pò di Mistero anche a me...
RispondiEliminaComunque, io aspetto un altro Indizio, ancora non ho indovinato...
Sherlock Holmes sapeva cogliere la verità dagli Indizi che gli si presentavano, anche se si fosse voluta tenere nascosta =)
RispondiEliminaNon ti sembra di averne già abbastanza di Indizi?
E tu? Cosa preferisci..Muri o Ponti?
Io preferisco i Ponti, anche se spesso mi scontro con i Muri. Ma questo è un altro discorso...
RispondiEliminaDai su, rivela la tua identità. Se qui non vuoi, va bene altrove. Non sono Sherlock Holmes, non ho la Palla Magica e non sono neanche Maga Magò.
Indicami l'iniziale del tuo nome, o il luogo dove abiti, o dove ti rifugi...
meglio altrove..
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