domenica 1 novembre 2009

Ritornare a Fare -mentre la Vita si compie-

A volte ci arrivano Voci. Voci volanti per l’aria frizzante, trasportate da un forte vento da est che tutto spazza, che tutto solleva. Ci entrano nell’orecchio senza chiedere il permesso e cominciano a ronzare. Ronzare e fischiare. Ronzare e sibilare. Senza posa.
Non si capisce bene cosa sia, o cosa voglia dire. Avvertiamo solo un Movimento, una Spinta violenta che ci schioda dal nostro posticino. Una forza che ci turba, ma che ci scuote. Ci mette in cammino. Non si sa bene cosa voglia dire tutto questo casino in testa. E non c’è neanche da provare ad ascoltarla, sarebbe tempo perso. E’ entrata -punto e basta.
E qui non si tratta di fermarsi e provare a capire. Si butta via pezzi di vita. C’è da Fare, da Camminare. Non importa Cosa o Perché o Come: l’essenziale è Fare. Semplicemente.
E’ l’Azione che porta al movimento. La stasi ti lega ai paletti e ti lascia lì, come un cane abbandonato. Una trasformazione, un’illuminazione –se si vuole- arriva solo muovendosi, faticando, sudando. Ricordo sempre mister Brunino che saggiamente mi gridava “Se non vai Incontro alla palla non la vedi mai!”. Anche nel gioco del calcio c’è da Andare Incontro, c’è da Muoversi, da Farsi Vedere.
Con le botte è un po’ la stessa cosa. Ci si rialza ri-imparando a Fare. Ma non è strettamente necessario costruire o fabbricare qualcosa. Non parlo di un’idea di Fare come produzione utile o –comunque- sensata. Anche giocare con un bimbo, prepararsi un dolce, correre con un cane è Fare.
Fare è tutto ciò che ci smura dalla nostra malinconica poltrona e ci sbatte fuori di casa, nel mondo. Fare ci richiede impegno, ci mette in gioco, ci chiede di accendere la testa.
Non necessariamente si tratta di cose prettamente materiali. Non necessariamente. Un po’ di pragmatica attività aiuta infatti a riscoprire la Concretezza della Vita. Impastarsi le mani nella farina. Pulire i vetri di casa. Scrivere una lettera ad un amico. Cercare una Poesia. Son cose piccole, semplici, forse futili. Ma son queste che ci fanno smuovere, che restituiscono dinamismo ad un’abulica quotidianità infeltrita di amarezza. Non sono i grandi gesti, i grandi eventi a rimetterci sul sentiero. Ci danno forse una spinta: poi sta a noi riprendere lo zaino in spalla e prendere la strada, Tutti i Giorni.
E’ nella Quotidianità che si ritrova il Gusto per la Vita. Un po’ di Attenzione e un pizzico di Meraviglia. Attenzione verso chi ti sta accanto, verso cosa ti succede di fianco. Meraviglia per la straordinarietà dei giorni. E’ assurda la nostra grandiosa capacità di sottovalutare l’esistenza, perdendosi la magia dello scorrere del tempo. Ogni giorno si compiono accanto a noi silenziosi miracoli che neanche percepiamo. Non vediamo il Gusto in un sorriso, in un pianto, nel fare la spesa, in un fiore che sboccia, in una foglia che cade. Non spalanchiamo gli occhi quando la pioggia scroscia, quando nostra mamma ci saluta, quando un fuoco muore a notte fonda.
Noi e la nostra società le consideriamo Sciocchezze, inutile orpello, superfluo dettaglio. Ma cosa c’è di più Grande, di più Bello della Vita che in ogni attimo si compie?
A contatto con Questa Vita che va compiendosi ci mettiamo in moto. Infatti, è camminando che Si Cammina. Vivendo –appunto- che Si Vive. Amando che Si Ama. Sembra una cosa scontata, son d’accordo. In realtà spesso si Pensa di fare certe cose. In realtà le stiamo solo Pensando e Non –realmente- Facendo.
Sappiamo tutti che il binomio “E’ Pensando di Amare che amo” non regge. Non c’è versi. Regge forse nella nostra testa, ma non sgorga dalle nostre mani, dai nostri occhi, dalle nostre labbra. Si impiglia fra i nervi, non sgorga in gesti. E questo perché l’Amore chiede, pretende e reclama la potenza dei Gesti, l’essenzialità delle Azioni. Le idee restano solo ottimi propositi.
Il Pensiero serve a Riconoscere la Vita, a Sistemarla, a Riordinarla per –poi- Progettarla. Tutto buono, tutto utile. Ma è Vivendo che si costruisce la Vita. Essa non dimora nel Pensiero. Il Pensiero non ha tempo. Sistema e aiuta a fare ordine in ciò che si è vissuto. Ma è la Vita stessa che ci fornisce tutta questa ricchezza d’argilla da modellare.
E tutto si nasconde dietro al Fare. Dietro ad un Fare semplice, ordinario, quasi primitivo. Non crediamo che sia Fare CHISSA’ COSA. Anche il semplice e immediato Stare è un piccolo –diverso- modo di Fare.
Stare in silenzio. Stare a guardare. Stare ad ascoltare. Stare a contemplare un volto, una rosa o la gente che passa. Stare e Stare in Ricezione, aperti, attenti alla Vita che si compie.
Non è un cambiamento drastico. Non è niente di più che un Ritornare a Sé. Un ritorno alla Vita Materiale, alla concretezza, alla quotidianità. Ciò a cui è –da sempre- asservita la Vita Ideale. “Ribaltare i Rapporti” diceva un lottatore. Il rischio –mio- si concretizza tutti i giorni. C’è da starci attenti, e anche parecchio.
L’importante è avere sempre il Pensiero come Mezzo. E la Vita come unico, vero, sostanziale Fine.

10 commenti:

  1. Grazie Anonimo...Come sempre è nell'infinita misteriosità che si cela la tua identità. O forse il semplice frettoloso vizio di non firmarsi mai...=)

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  2. mmmm...forse la mia identità non è poi misteriosa...almeno non in questo commento....

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  3. "Accadono cose che sono come domande.
    Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde."
    Chissà che non sia così anche in questo caso -vista la mia tardaggine ad intuire-....=)

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  4. ....mamma mia ti facevo più sveglio...=)...

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  5. tornare a scorrere, ri-imparare a camminare come un bimbo che muove i suoi primi passi,con la speranza nel cuore e la voglia di scoprire nuove cose.
    non farsi tanta domande se non si è capito ma inziare a costruire..vero carlino?!?
    grazie della chiaccherata.
    a presto e buon cammino penso sia la strada giusta...solo la vita ci darà una risposta...

    dade

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  6. Bravo Carlino, fa sempre bene riflettere su ciò. Però quanto è difficile tornare a rimmettersi in discussione... tornare "indietro"... "disimparare" per tornare ad imparare... e la vita ce lo fa capire...

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  7. Scusa Francesco. Ne conosco troppi col tuo nome...Chi saresti di preciso?! =)

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  8. povero Carlino....l'arteriosclerosi incalza...sono l'Are

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  9. Salve,
    finalmente ho trovato del tempo per leggermi un bel po' di interventi...e giunto alla fine mi sono imbattuto in quest'ultimo testo, il migliore...veramente i miei più sinceri complimenti vecchio mio!! E tra l'altro mentre mi scorrevano sotto gli occhi le tue parole mi è tornato in mente i fogliolini vaganti che mi passavi anno scorso durante le lezioni.....forse mi mancano delle cose, dei gesti, dei rituali...e a volte mi mancano anche le nostre infinite discussioni sul niente...il tempo ci è stato rubato!

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