giovedì 4 marzo 2010

Rallentare, e fermarsi

I Treni viaggiano troppo rapidi. Tutta quella velocità, non si sopporta. Sempre il posto finestrino, sempre la scarpa poggiata sul condotto di areazione. Sempre un I-Pod nelle mano e due arterie che sfociano nelle orecchie. Pare ideale come condizione di quiete. Pare.

Ci si dimentica degli Occhi. Sempre. Preoccupati di tenere il culo al caldo ci si dimentica degli Occhi. La parte migliore. La più fragile. Abbandonati a loro stessi, gli Occhi si ritrovano bombardati da un susseguirsi paranoico di immagini. Una dietro l’altra. Senza sosta. Continui cambi di colore, di luci, di passaggi bruschi. Delineano i contorni ma non riescono mai ad afferrare il dettaglio, il particolare, la caratteristica. Sono nati per questo meticoloso mestiere. Lì, invece, si esaltano per la possibilità di avere tesori di finezze e –delusi- smarriscono ogni istante la loro passione. Sono svuotati della loro Speranza, della loro Prospettiva. Risucchiati nel vortice di un frenetico viaggio subiscono questa tortura, mentre intorno tutto prosegue la sua corsa.

E il problema non sarebbe così grosso se a soffrire fossero solo quelle due piccole luci. La fragilità della loro consistenza le espone per natura a gioie assolute, a macabri dolori. E’ il loro destino. C’è chi è nato per scalare montagne, chi per non uscire mai dal suo paese, chi per morire lottando contro il mondo. Gli Occhi, loro sono nati per essere Fragili. Una meravigliosa missione: accogliere la bellezza della vita nell’instabile consapevolezza della propria precarietà.

Con gli Occhi, si spia il paradiso e si sbatte sulla porta dell’inferno. Lucidi e sinceri raccontano la storia dei giorni al Cuore, chiuso nella stiva. Ed egli -teneramente avvolto nel suo purpureo mantello- chiede loro di descrivere le foglie, le cacche dei piccioni, i pianti dei bambini. Una disperata piangente richiesta, di innamorato ferito. Lui, che mai vede ma sempre e solo sente. Cieco fomentatore di una locomotiva che a tratti corre, a tratti sussulta.

Già, il Cuore e il Treno. Un destino per due. Separati dalla nascita. Tutti e due intrecciati a quell’inevitabile e stramaledetto compito di macinare metri su metri, e poi fermarsi di botto, e poi ripartire, e poi –ancora- scivolare via. Quel loro essere disarmati davanti a visitatori sconosciuti che dipingono le loro pareti con colori sgargianti. Solo che il Treno –a volte- riesce a difendersi, ripartendo. Il Cuore no: si prende tutto, carezze e graffi, abbracci e offese, persino colpi di fulmine. Immobile. Subisce ma non si spaventa più di tanto. Accoglie tutto con Prospettiva, gettando lo sguardo oltre l’orizzonte, facendo tesoro delle scosse che lo destabilizzano. Solo una cosa non sopporta: la Mancanza d’Aria. Quella non la regge. Si gonfia a dismisura fino a esplodere, schizzando verso ogni dove gocce dense, gocce che restano impresse sui muri. Gocce di sangue. La Mancanza d’Aria lo annichilisce, lo fa impazzire. Pompa a raffica, senza sosta, senza rallentare, aumentando a dismisura i battiti e la pressione. Ad ascoltarlo pare emettere un battito unico, continuo.

E quell’Ansia, quell’Angoscia priva di Prospettiva gli arriva dritta dritta dagli Occhi. Da quella fonte immensa di accoglienza di luci, di immagini, di volti. Gli giunge da loro, i suoi narratori di magie. E’ un’amicizia che ogni tanto s’incrina, sferzata da un’ipertrofica produzione di sensazioni. Succede alle volte. Succede sui treni, quando gli Occhi viaggiano alla velocità della luce in cerca di un punto fermo a cui rubare dettagli. Succede davanti ai Volti che non si spiegano, ma restano sempre aggrovigliati nella misteriosità dell’incertezza. Succede sotto i Muri, quando gli occhi smarriscono la Prospettiva e cercano nell’omogeneità del cemento un dannato punto di fuga. Succede, bisogna prenderlo con leggerezza. Litigarci non aiuta, anzi porta solo affanno. E il Cuore spasima, e gli Occhi lacrimano dispiaciuti.

C’è solo da rallentare a volte. E fermarsi. E guardare i particolari degli occhi di un bimbo, dei suoi canini caduti in prima linea, della sua voce squillante. Perdersi nel sorriso nascosto di una donna che ti ama, o vorrebbe farlo, o non lo vorrebbe affatto. Sorridere sulle righe di un poeta malinconico, o tremendamente disperato. Da fermi, con i piedi per terra e la schiena ben dritta. In un posto aperto, dove si possa respirare il profumo dell’aria e la puzza di umido che sale dall’erba. Rallentare, tutto qui. E aspettare che il Cuore rientri nella sua ritmata regolarità e gli Occhi si asciughino, ma non troppo.

La Velocità mi mette in affanno. O la mancanza di Prospettiva. Fra le due, non saprei dire.

4 commenti:

  1. E' buffo il paragone tra Velocità e Mancanza di Prospettiva.. Penso che la velocità sia una sorta di "percezione" del tempo.. il tempo, prendendo dei riferimenti ben precissi, scorre sempre allo stesso modo, mentre invece nella nostra testa ogni istante -benchè sull'orologio sia scandito regolarmente- è diverso da un altro. La Mancanza di Prospettiva è un guardare basso, tenere lo sguardo diritto sui piedi, la paura, la vigliaccheria di non alzare gli occhi all'orizzonte, forse per paura di venire accecati da una luce troppo forte, forse per paura di vedere un futuro di verso da quello che ci immaginavamo tenendo gli occhi bassi. Ma forse tenere gli occhi puntati verso l'orizzonte non basta; dobbiamo guardare, Osservare. Altrimenti rischiamo di prendere velocità senza esserne veramente coscienti.

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  2. verrà un giorno, il Tuo giorno. pianterai finalente la tenda e si fermerà Qualcuno a piantarla accanto a te.
    prima o poi la vita ci porta là dove davvero il panorama si schiude per noi, magari quello che mai avremmo immaginato, eppure eccolo là con la sua grandezza pronto ad essere condiviso con chi ha scelto di amarci e di venire a tenderci la mano.
    Forza.

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  3. semplicemente stupendo.......goditi questi primi giorni di scuola
    un abbraccio dade

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  4. ieri era la giornata della lentezza...
    poverina! ce ne ricordiamo solo un giorno all'anno, e magari neppure quello!
    meno male che c'è il treno 3025 viareggio-SMN che con i suoi 30-40 minuti di ritardo ce la rammenta!
    che commento stupido!^^ tra tutti questi commenti poetici ci voleva!

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